Quella retrocessione a tavolino
19 maggio 1974, ultima giornata di campionato. Allo Zaccheria giunge il Milan. Il Foggia di Toneatto ha la necessità di vincere per evitare la retrocessione in serie B. Queste le formazioni di quel giorno: la squadra di casa si schiera con Trentini, Cimenti, Colla, Pirazzini, Scorsa, Valente, Pavone, Fabbian, Villa, Del Neri, Golin. Il Milan guidato da Trapattoni scende invece con questi uomini: Pizzaballa, Anquilletti, Sabadini, O. Bianchi, Turone, Maldera III, F. Bergamaschi, Benetti II, Tresoldi, Rivera, Chiarugi.
Nel finale Toneatto butta nella mischia anche Liguori al posto di Cimenti per cercare di alzare la squadra ma la partita non si schioda dallo 0-0 anche perchè l’arbitro Menicucci di Firenze annulla un gol di Villa. Esattamente una settimana prima il Foggia si era ritrovato spettatore all’Olimpico dello storico scudetto dell’ex Maestrelli grazie ad un rigore molto dubbio per presunto fallo di mano di Scorsa e realizzato da Chinaglia.
Lo 0-0 contro il Milan condannerebbe il Foggia ma a seguito di una telefonata tra il calciatore del Napoli Clerici ed il presidente del Verona Garonzi prima di un incontro tra le due squadre e terminato con la vittoria degli scaligeri, la squadra veneta si ritrova declassata all’ultimo posto in classifica con il Foggia praticamente salvo.
Dopo qualche giorno, però, l’arbitro Menicucci rende pubblico un episodio avvenuto nell’intervallo di quel Foggia Milan e cioè la consegna alla terna arbitrale di tre Rolex d’oro prontamente rifiutati dall’arbitro e dai suoi collaboratori.
A quel punto la squadra foggiana subisce la penalizzazione di sei punti che la manda in serie B insieme con Genoa e Verona. A far festa quell’anno sarà la Sampdoria che, retrocessa sul campo, si ritrova a disputare, anche l’anno successivo, la massima serie.
Il Foggia ritornerà in A nella stagione 1975/76 con Balestri in panchina.