Stefano Soro
Stefano Soro fu sicuramente un bravissimo stuccatore, volendo dare però il giusto significato agli stuccatori di allora, quando tutte le decorazioni architettoniche, compreso fregi e statuaria, si realizzavano proprio in stucco. Stefano era nato a Genova nel 1895 e, ancor giovane, lavorò alle decorazioni interne del Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo. Chiamato alle armi per la guerra 15-18, interruppe la sua carriera artistica per riprenderla subito dopo in Puglia dove, nel frattempo, si era trasferita la sua famiglia. Purtroppo, però, il non voler aderire al regime fascista fu per lui un limite per la sua crescita e quindi solo con la caduta di Mussolini, Stefano Soro riacquistò la sua dignità di uomo libero. A Foggia arriva nel 1924 su espressa richiesta dell’impresa De Rosa che doveva realizzare il Palazzo delle Poste: per quel palazzo il maestro realizzò diversi fregi e cornici ma il suo nome è legato sicuramente alle due statue di Minerva e di Mercurio che abbellivano la monumentale facciata; peccato che successive opere di restauro abbiano nascosto i colori delle statue, successivamente tinteggiate di bianco. Altra opera importante del maestro Soro erano gli encausti (pittura a cera su muro) presenti nella chiesa della Madonna della Croce sul viale della stazione: anche qui, questa volta per opera di qualche parroco, si è tinteggiato e coperta l’opera dell’artista che è ancora visibile in qualche vecchia cartolina raffigurante l’interno della chiesa. Bisogna ancora ricordare tra le sue opere la decorazione dell’interno del Duomo di Cerignola collaborando con l’architetto Gaetano Cappa di Napoli, le facciate neoclassiche dell’Opera Pia M.Grazia Barone, le decorazioni a stucco del palazzo Ciampoli. Per anni collaborò con lo scultore Antonio Saggese mentre contemporaneamente realizzava decori per palazzi, chiese e cappelle private a Foggia, ad Orsara, a Panni, a Celle San Vito e a Rodi Garganico. Dopo l’armistizio del 1943 realizzò con l’architetto Schettini il restauro del fianco nord della Cattedrale di Foggia e di numerosi pezzi d’arte, tra i quali i conci dell’arco di Federico II, recuperati tra le macerie della città bombardata.
Tutti gli stuccatori di Foggia furono suoi allievi presso la sua bottega o in una scuola privata che egli tenne al corso Garibaldi, nel Palazzo Trifiletti; anche questa scuola, però, fu perseguitata dal regime fascista che vedeva con sospetto queste aggregazioni e quindi gli allievi seguivano il maestro Soro anche nei cantieri dove egli era impegnato.
Oggi l’arte dello stuccatore è praticamente scomparsa e nessuno degli allievi di Stefano Soro ha continuato quest’attività ; pare che solo un certo Michele Arnone, emigrato in Australia, continuò con gli insegnamenti del maestro in un paese che permetteva ancora certi decori. Possiamo anche dire che la morte prematura del maestro, avvenuta nel 1958, gli risparmiò il dolore di vedere le sue opere cancellate dalle nuove tecnologie fredde e monotone.
(a cura del nipote Stefano Soro)