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Un foggiano al 2° trofeo Automobilistico Supercortemaggiore

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…dedicato a mio padre (Romeo Brescia)

Antonio Brescia, classe 1915, nasce e cresce in una famiglia dove già c’è dimestichezza con i mezzi di locomozione dell’epoca. In effetti si tratta di grandi e speciali carri a trazione equina per il prelievo delle merci dallo scalo ferroviario cittadino, per il trasporto della lana di produzione locale legata a quel gran fenomeno che era stata la transumanza, già allora agli sgoccioli.

Con l’età, il suo interesse si concentra più sull’animale, il cavallo, sulle sue caratteristiche di bellezza, potenza e capacità di mettersi in competizione su una pista.

A Foggia c’è una pista, quella del Regio Istituto Incremento Ippico (Cavalli stalloni), e Antonio lo troviamo lì, con il suo cavallo e il suo fantino, a palpitare per le sorti di una competizione.

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(Antonio Brescia a sinistra sulla foto)

 

Antonio Brescia consegue l’abilitazione ad arbitro di gare motociclistiche. Non avrà mai una moto, il suo sogno sono le auto. E in una foto del 1949 è ritratto alla guida di una Jeep, residuato bellico americano, mentre trasporta giovani universitari in festa.

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Allora, a Foggia, non c’era ancora l’università, ma la “festa della matricola” veniva celebrata e vissuta con ogni sorta di scherzoso e goliardico divertimento. Le giovani matricole, e gli studenti già con qualche anno di studi alle spalle, portavano in capo caratteristici cappelli con lunga punta, dai diversi colori che indicavano la facoltà di appartenenza, e ornati da oggettini d’ogni tipo, la cui quantità segnava gli anni di studi già fatti, per cui i cappelli delle matricole, quelli al primo anno, ne erano completamente e rigorosamente sprovvisti.

      E’  una parte di storia che ci restituisce per un attimo una Foggia che non c’è più. Corso Vittorio Emanuele che costeggia una Piazza Lanza quasi nascosta dai tanti alberi che la circondano, al centro la statua (del Lanza) senza un braccio, all’angolo verso Corso Cairoli, un civettuolo chiosco in metallo, forse, quello che si diceva vendesse “l’acqua del Serino”.

Ma seguendo gli eventi, scanditi dal materiale fotografico in bianco e nero, patinato dal tempo, è nell’edizione del 1950 o 1951, alla ripresa post-bellica della Milano-Taranto, gran fondo di motocicletta che si celebra dal 1919 (Milano-Napoli)esteso nel 1937 fino a Taranto, che troviamo Antonio Brescia impegnato come arbitro nella prova che si tiene a Foggia, sede di controllo orario (il 6°) sull’intero percorso di 1.283 chilometri, che partendo da Milano tocca Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Foggia, Bari e si conclude a Taranto.

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La prova locale sarà fatta propria da Bruno Francisci, uno dei più grandi corridori su strada, tre volte vincitore nella stessa gara motociclistica.

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Ad un certo punto la passione per le auto di Antonio Brescia si incrocia con la Supercortemaggiore, “La potente benzina italiana”, così in seguito pubblicizzata in  un “Carosello” del 1958, e che intanto comincia a farsi strada nel mercato dei carburanti per auto organizzando gare automobilistiche.

Il 13 settembre 1952 si tiene la prima gara nazionale di regolarità per auto Cortemaggiore – Merano, vincitore tale Giulio Musitelli. Antonio non fa in tempo a predisporre quanto necessario per parteciparvi, ma non si fa scappare la seconda occasione.

Si prepara per tempo. La sola patente di guida non è sufficiente, deve conseguire un “permesso di condurre” internazionale. Siamo a ridosso dell’immediato dopoguerra e probabilmente il percorso interessa zone ancora militarizzate, o occupate da truppe straniere, insomma non completamente o definitivamente italiane. Deve conseguire le necessarie autorizzazioni mediche, effettuare i versamenti (£ 300 a favore di Fed. Medico-Sportiva Italia –Foro Italico – ROMA)

E poi l’attrezzatura da pilota: tuta bianca, una cuffia in pelle con sottogola, un paio di guanti, occhialoni con sovrastanti lenti oscuranti, il cronometro e l’attrezzo per la misurazione della pressione delle gomme.

Parte da Foggia con la sua FIAT 500 C Belvedere, che preferisce ad una Lancia Aprilia 1100, al fianco, in macchina, ha un amico con le funzioni di meccanico. Allora non si parlava ancora  di “navigatore”.

La partenza per il 2° Trofeo  Supercortemaggiore  è  stabilita per il 5 settembre 1953,  Antonio è lì, con la sua auto numero 394 e l’equipaggio, non manca l’appuntamento.

E’ nuovo a queste esperienze, una foto lo ritrae alla partenza della Cortemaggiore-Merano, seconda edizione.

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(Enrico Mattei da il via alla gara)

Il via alla gara di regolarità è dato da Enrico Mattei fondatore e presidente dell’ENI. Alla stessa partecipano nomi già celebri come Fausto Coppi, in una inedita versione centauro, con la macchina n. 1522, il famoso giornalista Canestrini e il pilota Mario Giorgetti con la macchina n. 576.

      Il percorso, in totale  386 chilometri, tocca poi Piacenza, Cremona, Brescia, Peschiera, Rovereto, Trento, Ora, Bolzano. Fin qui è un po’ come a casa, il Tavoliere, pianura e pochi dislivelli. Poi, quasi all’improvviso, in un tratto a cronometro, deve arrampicarsi a 1.363 metri di altezza, Passo della Mendola, poi giù in picchiata, una breve sella e di nuovo su a 1.518 metri: Passo delle Palade.

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Il più è fatto, non resta che scendere: Lana d’Adige e Merano, l’arrivo

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Sul fondo dello scatolo sono rimaste la cuffia,il cronometro, gli occhialoni, i  guanti, l’astuccio di cuoio con il misuratore di pressione, un paio di medaglie, ricordo di altre imprese. Anche il resto delle foto e dei documenti vi finisce dentro, il tutto amorevolmente riposto nel vano di un mobile, nella camera per gli ospiti, fra tanti libri. Come il libro di una favola che si sarebbe potuto leggere anche così: C’era una volta una Foggia senza università, ma con universitari festanti; c’era una volta una piazza alberata con il chiosco dell’acqua del Serino; c’era una pista per le corse e le competizioni dei cavalli, e c’era pure un uomo che di qui partì con la sua FIAT 500 C Berlina e portò Foggia fin su al Passo delle Palade.

     Antonio Brescia intraprese il suo ultimo “viaggio” nel 1979

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(ora, la storia è tutta in questa scatola)