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Una celebrazione per ricordare i bombardamenti

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da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 23 luglio 1970:

Cerimonia al cimitero

Foggia ha ricordato le vittime dei bombardamenti

Celebrata una messa da mons. Cucci – Il comune spiega perché non è stata completata la traslazione delle salme nella cappella-ossario

Foggia, 22 luglio

Foggia ha rivissuto stamane, con l’austera cerimonia nella cappella ossario del cimitero, le terribili ore di lutto e rovina del 22 luglio 1943; tutti insieme, autorità, rappresentanti di associazioni, familiari delle vittime civili e militari, hanno voluto rinnovare il ricordo dei 7.643 cittadini periti in quel terrificante bombardamento.

Bombardamento che non fu l’ultimo né il più rovinoso, nella martoriata storia della nostra città. In meno di due mesi – dal 28 maggio al 22 luglio – perirono circa 10 mila persone. Vi furono alcune settimane di tregua. Poi, il 16 agosto, le incursioni aeree ripresero: 41 morti. I lutti più gravi si ebbero però tre giorni dopo, il 19 agosto, con bombardamenti di inaudita violenza: 9.581 morti. Né si arrestò l’ondata di distruzione: le incursioni si susseguirono, sanguinosissime, fino al 6 settembre 1943. Le vittime furono, complessivamente, 20.293. Prima della guerra Foggia aveva 31.410 vani; alla fine ne risultò danneggiato quasi il 76 per cento (9.025 danneggiati; 10.674 danneggiati gravemente; 2.533 inabitabili; 1.504 danneggiati in seguito all’occupazione degli alleati). Danni particolarmente gravi subirono gli impianti ferroviari. Sulla nostra stazione caddero circa 400 bombe; alla fine del conflitto si constatò che 29 chilometri di binari erano stati sconvolti o dissestati; 110 deviatoi distrutti; 20 chilometri di linee elettriche di contatto danneggiate. I veicoli distrutti furono 527; altri 1.044 subirono gravi danni.

In suffragio dei caduti – civili e militari – di quelle terribili giornate, nella cappella-ossario del cimitero è stata celebrata una messa dall’arcidiacono mons. Alessandro Cucci. Vi hanno preso parte, in rappresentanza del Prefetto, il vice prefetto dott. Martino; per il Comune il capo-gabinetto del Sindaco, rag. Camillo Grassi; il questore dott. Ubaldo Valenti; il col. Maggiora del IX rgt. Artiglieria; il col. Rizzo, comandante il Gruppo guardie di Finanza; il vice comandante del Distretto, col. Mancini; il comandante dei vigili urbani, col. D’Ambrosio, e rappresentanze della P.S. e della Base aerea di Amendola. Numerosi anche i familiari dei caduti. Non ha partecipato alla cerimonia, invece – come aveva annunziato – l’Associazione vittime civili, che chiede, com’è noto, una sollecita tumulazione nella cappella – ossario per le salme ancora sepolte nei vari “campi” del cimitero.

Com’è noto, la cappella venne solennemente benedetta dal vescovo di Foggia mons. Giuseppe Lenotti l’11 novembre 1967, con l’intervento dell’allora Presidente del Consiglio on. Moro; accoglie i resti non solo di vittime civili, ma anche di militari italiani e di altre nazionalità. In un comunicato diramato questo pomeriggio, il Comune precisa che “devono tuttora essere raccolte poche salme, la cui esumazione non ha potuto finora aver luogo per la mancata presenza al pietoso ufficio dei familiari delle vittime, come è tassativamente previsto dai regolamenti vigenti”. Questa operazione – prosegue la nota – potrà essere compiuta “ solo con l’auspicabile indispensabile collaborazione dei familiari dei defunti, entro il 19 agosto, altra data luttuosa per i foggiani (come già accennato, il 19 agosto del 1943 un altro sanguinoso bombardamento causò la morte di circa 10 mila persone). La nota conclude annunciando che la civica amministrazione si appresta a ricordare degnamente questa data, anche con la presentazione ufficiale del volume di Mario Gismondi “La tragica estate di Foggia”.

Corone d’alloro – del Prefetto, del Sindaco e dell’associazione vittime civili- sono state deposte nel sacrario dpo la cerimonia. Per tutta la giornata la cappella ossario è stata meta di un mesto pellegrinaggio.