Una importante azienda di macchine agricole
Modestino Mancini, industriale, fortemente attaccato alla sua Città ed ancorato alle eccellenze che la Terra di Capitanata sapeva creare, decise di dare ulteriore impulso all’economia della sua terra e concentrò la produzione delle sue officine nella realizzazione di macchine per la trebbiatura del grano, che rappresentava il meglio della produzione agricola nazionale; no a torto la Daunia fu giustamente eletta “GRANAIO D’ITALIA” (si ricordano i ritrovamenti di grani databili oltre 6.000 anni, nel territorio di Foggia).
Si rivoluzionarono pertanto i processi di lavorazione del grano, che dopo la mietitura era, fino ad allora, ricavato a costo di enormi sacrifici di uomini ed animali, con dispendio di energie e scarsi ricavi.
Iniziò, subito dopo il primo conflitto mondiale, la costruzione in serie, di trebbiatrici e grancrivelli, nella zona della Chiesa di San Michele, dove avevano sede le due grosse officine agricole (Via Homs, Via della Lupa e Via Tripoli). Tra gli anni trenta e quaranta, la richiesta di trebbiatrici ed attrezzature collegate, in Italia e dall’estero, fu tale che furono incrementate le assunzioni e si raggiunsero le 100 unità lavorative, tra tecnici ed operai; un vanto per la Città di Foggia.
Le foto si riferiscono ad alcuni modelli costruiti in serie, ad uno degli stand realizzati nella Fiera di Foggia (forse 1930) e ad alcuni (tra i pochi salvati) dei numerosi diplomi ed attestati ricevuti nelle varie fiere ed esposizioni del settore.
Si riportano alcune note riportate da riviste specializzate dell’epoca:
“Antica officina di Foggia, la Modestino Mancini produce dagli anni Trenta trebbie trinciapestapaglia con grancrivello incorporato e grancrivelli su telaio. Alla fiera del Levante di Bari del 1957 presenta una trebbiatrice trinciapestapaglia monocilindrica, adatta per la collina, avente battitore lungo 0,71 m, a 8 spranghe, controbattitore in due sezioni indipendenti, scuotipaglia a 4 sezioni, trinciapestapaglia con 4 file di coltelli seghettati e altrettanti dentati, brillatore con gabbia in rete d’acciaio facilmente escludibile, grancrivello a comando indipendente, applicato alla trebbia.
In quegli anni la Mancini produce anche una sgranatrice interamente in metallo, con battitore a spranghe lungo 0,45 m, e motore della potenza di 4 CV.”