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Vittorio de Miro d’Ajeta

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Vittorio de Miro d’Ajeta (Napoli 1918 – Foggia 1987), figlio di nobile famiglia napoletana costituente un ramo cadetto dei marchesi d’Ajeta, si laureò in filosofia presso l’Università di Napoli ed a soli 23 anni venne a Foggia quale docente presso l’Istituto magistrale “Poerio”.

Unitosi in matrimonio con la sig.na Giuseppina Catalano, si trasferì a Novara per necessità di servizio, ma subito dopo l’armistizio del secondo conflitto mondiale, ritornò a Foggia dove iniziò un intenso impegno sociale, quale Presidente Provinciale della Croce Rossa Italiana. Nel periodo immediatamente post-bellico trattò con il Comando Militare Alleato di stanza a Foggia i problemi pro-sfollati, l’accoglienza dei soldati sbandati e, più tardi, affrontò con dedizione il triste problema dei reduci disoccupati.

Nella battaglia referendaria per gli assetti istituzionali dello Stato Italiano, divenne il punto focale del movimento monarchico e sull’onda di tale impegno entrò a far parte del Consiglio comunale di Foggia del gruppo democristiano divenendo prima assessore e poi vice sindaco nell’amministrazione Pepe.

La via che il Comune di Foggia ha dedicato nel 1991 a Vittorio de Miro D'Ajeta e che si trova al rione Martucci

La via che il Comune di Foggia ha dedicato nel 1991 a Vittorio de Miro D’Ajeta e che si trova al rione Martucci

La sua intensa e fattiva attività politica nel Partito della Democrazia Cristiana, che lo impegnò più volte nel ruolo di consigliere comunale e di assessore e consigliere alla Provincia, lo portò a coprire la carica di sindaco dal maggio 1957 al marzo 1961. Durante gli anni del mandato sindacale ricordiamo, tra l’altro, l’approvazione del Piano Regolatore Generale; la nascita del quartiere C.E.P. che nel giro di pochi anni accolse centinaia di famiglie disagiate, portò la già avviata pratica che insigniva Foggia, per i luttuosi fatti bellici, di medaglia d’oro al V.C. che venne appuntata al gonfalone della città nel 1959 dal Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Antonio Segni; per l’occasione venne scoperta anche una lapide a Palazzo di Città. Potenziò, inoltre, le strutture culturali di cui Foggia era rimasta priva dopo i bombardamenti aerei, di questi ricordiamo la riapertura, nel 1959, del Museo Civico che in pochi anni potè restituire alla cittadinanza foggiana la sezione archeologica, la pinacoteca e la sezione delle tradizioni popolari.

Durante la lunga carriera scolastica, Vittorio de Miro d’Ajeta insegnò con dedizione e professionalità, educò i giovani allievi alla libertà, alla democrazia, all’amore del sapere e del prossimo; quale preside dell’Istituto “Poerio” e poi del Liceo “Lanza” fu il consigliere saggio ed oculato del corpo insegnante, degli allievi e delle loro famiglie.

Onorificenze: Cavaliere di Gran Croce e Commendatore della Repubblica Italiana; appartenne, inoltre, al Sovrano Militare Ordine di Malta, quale Cavaliere di Onore e Devozione.

(fonte: Gaetano Spirito “La storia di Foggia attraverso la toponomastica” ed. Bastogi)