Chiesa di Gesù e Maria
In ordine di tempo, dopo i Frati Conventuali già presenti a Foggia dal 1227 nel Convento sito allora nella periferia della città con Chiesa dedicata a S. Antonio (attualmente è Distretto militare), seguirono, a distanza di quasi tre secoli, i Frati Minori Osservanti. Nel 1510 il Comune di Foggia (e la cittadinanza), nutrendo grande stima e amore verso l’Ordine Serafico decise la costruzione di un Convento non lontano dalla città per accogliere i dodici religiosi componenti la comunità. I lavori per costruire Convento e Chiesa (dedicata a Gesù e Maria) furono portati a termine nel 1521 e l’erezione canonica del Convento avvenne con Bolla di Papa Leone X del 6.7.1521.
Fu sede centrale dei Frati Minori Osservanti. Filippo IV di Spagna il 3.5.1664 concedeva al Convento il titolo di “Reale Convento”, titolo e privilegio confermato da Carlo II il 25.9.1683.
Sorto il Terz’Ordine di S. Francesco, costituito in gran parte dalla nobiltà foggiana, nel 1686 fu concesso ai rappresentanti degli aggregati facoltà di costruire un Oratorio accanto alla Chiesa e intercomunicante con essa. È presumibile che l’Oratorio, intitolato alle Sacre Stimmate di S. Francesco, funzionasse già negli anni novanta del 1600. Fu costruito dagli stessi aggregati allo scopo di avere libertà di riunirsi e svolgere le proprie funzioni.
Il terremoto del 1731 danneggiò gravemente il Convento e la Chiesa. I lavori di riparazione iniziati nel 1738 durarono anni per mancanza di mezzi, tant’è che si ricorse al Comune di Foggia e alla Real Camera di Napoli nel 1750 per avere aiuti. Bisogna ritenere che negli anni successivi al 1750 la Chiesa, riparata e rinnovata completamente, poté riaprirsi al culto.
Durante il periodo napoleonico, il Convento fu in parte occupato dalla gendarmeria francese. Nel 1809 G. Murat aboliva gli Ordini religiosi e il 1.11.1811 i Frati Minori dovettero abbandonare il Convento. Con la restaurazione del Regno Borbonico, mentre la Chiesa tornava ai Frati, il Convento fu per alcuni decenni adibito a Caserma, poi nel 1832 si decise di demolirlo per far posto alla costruzione di un Orfanotrofio intitolato a “Maria Cristina di Savoia” (ora c’è il Palazzo degli Uffici statali), che iniziò nel 1835 e terminò nel 1845. I Frati furono costretti a prendere in fitto una casa in prossimità della Chiesa fino a quando si decise la costruzione di un secondo Convento, sia pur modesto, alle spalle della Chiesa. I lavori di costruzione durarono circa quattro anni, dal 1853 al 1857.
Il 28.2.1863, per le leggi eversive dello Stato Unitario, fu decretata la chiusura del secondo Convento dei Frati in esecuzione del decreto di soppressione del 17.2.1861. Il Convento divenne alloggio per i militari. I Frati per non lasciare la Chiesa si accamparono nella sacrestia e in una stanzetta del campanile, ma furono cacciati via anche dalla Chiesa, che dal settembre 1864 fu occupata dalla truppa e poi adibita a magazzino di grano e sansa.
Il 1.8.1869, dal Demanio la chiesa fu restituita alla Diocesi e, dopo necessari e sommari interventi di restauro, nel 1872 fu affidata a don Giacomo Testa, sacerdote diocesano, che volle come sacrestano fr. Raffaele da Lucera.
Per l’incremento demografico della città si verificò attorno alla Chiesa di Gesù e Maria l’erezione di nuove abitazioni, sicché Mons. D. Marinangeli, Vescovo di Foggia, per provvedere alla cura pastorale di quella zona, con bolla del 13.2.1885 erigeva Parrocchia la Chiesa di Gesù e Maria. Inizialmente funzionò come Vicario Curato il francescano P. Giambattista Poliseno, che vestiva gli abiti del clero diocesano. Lo stesso Poliseno fu successivamente eletto Parroco con bolla del 27.3.1890 e resse la Parrocchia per altri venti anni; poi, ottenuta dal Vicario Provinciale la secolarizzazione (da frate divenne prete diocesano) nel 1910, con bolla di Mons. S. Bella fu nominato Canonico della Cattedrale di Foggia.
Successore del Poliseno fu D. Francesco Paolo La Torre, Parroco dal 19.4.1911 al 1920, cui seguì Don Saverio Lombardi, Parroco dal 1920 al 1936. Nel 1933, a spese del Comune, fu realizzata l’attuale volta della navata centrale, perché il settecentesco soffitto in legno, ricoperto da grande tela dipinta dal Nersotti nel 1750, era fatiscente. Sempre nel 1933, gli affreschi della cupola, raffiguranti angeli e personaggi biblici, opera di Nersotti del 1754, furono ritoccati dal pittore Sebastiano Fortuna.
Dopo la parentesi dei preti diocesani chiamati a reggere la nuova Parrocchia, Mons. F. M. Farina, Vescovo di Troia e Foggia, con bolla del 21.11.1936, dichiarava Gesù e Maria Parrocchia regolare e insediava come Parroco P. Agostino Castrillo, che con gli altri Frati suoi collaboratori, ancora privi del convento, domiciliava in quello di S. Pasquale.
La richiesta di riavere dal Governo il proprio Convento non fu mai accolta, sicché P. Castrillo ripiegò su un’altra: costruire un terzo Convento. Quest’ultima fu accolta dalla Famiglia Rotundi Leonardo di Foggia, che nel 1939 fece costruire a proprie spese cinque celle per i frati sull’area della vecchia sacrestia.
- Agostino Castrillo, sebbene Ministro Provinciale dal 1939, rimase titolare della Parrocchia fino al 1953, avendo come validi collaboratori P. Egidio Costantino, P. Tarcisio Castriotta e P. Bonaventura Albano.
Nel 1945 sul tetto della navata destra della chiesa vennero costruite altre cinque stanzette. Intanto, in quello stesso anno Mons. Farina e P. Agostino Castrillo Ministro Provinciale sottoscrissero un atto di concessione, datato 22.3.1945, dove vengono elencate le finalità e le condizioni perché l’ex Chiesa di S. Ciro (così veniva chiamata volgarmente l’Oratorio delle Sacre Stimmate di S. Francesco, quando nel secolo precedente furono offerte ed esposte alla venerazione le Reliquie di S. Ciro) con i vani sottostanti e tutta l’area fiancheggiante venissero dati in uso ai Frati per assicurare alla Parrocchia locali utili per le attività pastorali e realizzare una sala per conferenze ed assemblee a livello interparrocchiale. Fu data facoltà ai Frati Minori di costruire, sulla sala destinata alle conferenze, locali utili al convento, data l’insufficienza di celle fino ad allora. Nella concessione è detto anche che qualora i Frati… cessassero dalla cura della Parrocchia, eccetto i locali sovrastanti la sala che resteranno proprietà della Provincia Monastica, tutto il resto ritorna in possesso dell’Ordinario… Inoltre, di comune accordo, Vescovo e Provinciale, si decise di intitolare la Sala a S. Francesco d’Assisi. Nel 1949, su progetto dell’Arch. Petracca, la Ditta edile Fratelli Rotundi costruì la Sala S. Francesco col porticato e su di essa furono realizzate 15 celle e un salone.
Nel 1965, Superiore P. Bonaventura Albano, furono demolite le cinque celle sovrastanti la sacrestia e la stessa sacrestia fu smantellata perché fatiscente, per costruire la nuova luminosa sacrestia, su cui furono sopraelevati due piani con cinque celle ciascuno. I lavori furono eseguiti dalla Ditta Giuseppe Farinola.
Infine, in Via S. Tugini, su area di abitazioni private, in parte donate ai Frati nel 1943 e in parte acquistate nel 1962 dagli stessi Frati, nel 1977, su progetto dell’Ing. Mario Altamura, la Ditta Gaudiano e Cavalli costruì la Scuola materna intitolata a P. Agostino Castrillo, comprendente un seminterrato, un piano rialzato e un piano superiore. I lavori furono finanziati dallo Stato, dalla Comunità religiosa e dalla Famiglia Caione.
Nel 1950 fu installato nell’area absidale l’organo elettrico a canne della Ditta Fratelli Ruffati di Padova. Nel 1954 due altari in legno posti ai lati del presbiterio furono sostituiti da altari in marmo. Tra il 1964 e il 1968 furono restaurati statue e dipinti ad olio su tela da Gaetano Lorenzoni.
Nel 1969, in attuazione delle norme liturgiche del Concilio Vat. II, la navata, a destra dell’ingresso principale, fu sgombrata dagli altari; quelli tufacei furono demoliti e quelli di marmo furono collocati nella navata sinistra; al posto degli altari, nella navata destra furono sistemati cinque confessionali.
Nel 1993 furono eseguiti diversi lavori di sistemazione e di restauro: riparazione del tetto dell’abside, impermeabilizzazione della copertura della navata sinistra della Chiesa, impianto elettrico secondo le nuove norme, ridipintura della Chiesa e di tutti i locali, anche quelli del Convento, nuova pavimentazione dell’abside e del presbiterio con marmo bianco statuario venato di Carrara, restauro del Coro ligneo del ‘700 e dei confessionali, nuova pedana dell’altare e nuovo altare lavorato dalla Ditta Legnaghi di Verona, restauro dell’organo, sistemazione della sacrestia con nuovi mobili, più adeguato sistema di illuminazione della Chiesa. I lavori sono durati tre anni e sono stati sostenuti dalla Fraternità religiosa e dal concorso generoso dei fedeli.
(fonte: www.curiadifoggia.isnet.it/)
(ved.anche La Sala S.Francesco)