Alfonso De Santis
Alfonso de Santis (1933-2015) è stato il punto di riferimento per chiunque abbia avuto a cuore le sorti della nostra città. Indimenticabili le sue battaglie per “onorare” in modo degno i nostri martiri dei bombardamenti.
Memorabili i suoi “duelli” a furia di carta stampata nei confronti di quanti, sino all’ultimo, hanno cercato, con gli argomenti più discutibili, di “opporsi” alla concessione della medaglia d’oro al valor militare di cui Alfonso De Santis è stato strenuo fautore anche attraverso i suoi libri dedicati al martirio di Foggia, affinchè anche Foggia avesse quello che ebbero tante altre città d’Italia, forse appena sfiorate dai bombardamenti: un monumento e il museo della memoria. Esemplare a questo proposito la dicitura sulla copertina del suo libro dal titolo: “L’immane tragedia dell’estate 1943 a Foggia” che non aveva prezzo di copertina ma esortava i suoi lettori a “..dare un contributo pro erigendo monumento alle vittime dei bombardamenti…”
E proprio per questo era tra i fondatori del Comitato per la realizzazione di un monumento a ricordo delle vittime del 43 a Foggia.
Un altro ricordo bellissimo Alfonso De Santis lo ha lasciato in queste parole che ebbe modo di pronunciare alla stampa e ai dibattiti televisivi dove aveva partecipato, dopo la concessione della medaglia d’oro al valor militare:“…..ho avuto il privilegio di essere a Roma ai piedi dell’Altare della Patria, orgoglioso e commosso, quel famoso 25 aprile 2007, quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano appuntò l’alta onorificenza al nostro Gonfalone, mentre le Frecce Tricolori inondavano dei colori della nostra bandiera il cielo dell’Urbe”.
E quanto forte fu il suo rammarico, che espresse in una dura lettera di protesta al Sindaco Mongelli, nel 2009, in occasione delle celebrazioni del 70^ anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia da parte della Germania. Così De Santis scrisse:
“Eppure il 1° settembre scorso, alla cerimonia commemorativa del 70° anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale, tenutasi a Danzica, per l’Italia, insieme al Capo del Governo e ad altri dignitari, c’era il Sindaco di Monte Cassino, unitamente ai suoi omologhi di Coventry e Dresda, le due città europee più massacrate nella seconda guerra mondiale. Foggia è stata dimenticata! Le 22.000 vittime della nostra Città sono state ignorate! E nessuno, men che meno il nuovo Sindaco o la nuova Vice Sindachessa hanno levato un “grido di dolore” per questa umiliante ed ingiustificata esclusione. Foggia è una delle pochissime Città insignite di Medaglie d’Oro al Valor Civile ed al Valor Militare. La terza Città europea – dopo Coventry e Dresda – ad aver subìto il più alto numero di vittime e la distruzione della gran parte del suo patrimonio immobiliare. Dimenticata! Sconosciuta alla grande Storia! “
Questo è quanto scritto da Alberto Mangano, presidente del comitato a favore del monumento, all’indomani della dipartita di De Santis:
“Era il 22 luglio 2012, ricorreva il 69′ anniversario dei bombardamenti a Foggia e il comitato da me presieduto pensó di organizzare un incontro alla sala Rosa per rievocare, con cimeli ed immagini, gli eventi tragici di quei giorni.
Alfonso De Santis, socio onorario del comitato, fu invitato, in una sala gremitissima, a dire due parole sulla sua esperienza vissuta in quella terribile estate: cominció a raccontare con precisione gli eventi quando d’un tratto scoppió a piangere per l’emozione e facendo scorrere un brivido nella schiena nei presenti che difficilmente dimenticheremo.
Alfonso fu il primo a invogliarmi a fondare il comitato, stette con noi durante le domeniche ecologiche all’isola pedonale, mise a disposizione i suoi libri sui bombardamenti a Foggia, per cercare di racimolare fondi necessari per il nostro nobile fine.
Un giorno mi chiamó per regalarmi, per le nostre mostre, un frammento di una delle migliaia di bombe cadute su Foggia, una triste reliquia regalatagli dall’ex sindaco Chirolli: voleva che lo tenessi io, me lo lasciava in custodia perché potesse continuare a mantenere vivi il nostro ricordo e il nostro impegno; e poi mi faceva mille domande, voleva sapere a che punto fossimo, se c’erano nuovi risvolti, ci credeva, avrebbe voluto essere presente all’inaugurazione, ma un triste destino se l’é chiamato in cielo.
Caro Alfonso, custodiremo gelosamente il tuo prezioso frammento, rappresenterá la tua continua presenza, oggi che sei tra quelle vittime che ti facevano emozionare; da oggi avremo un motivo in piú per realizzare questo tuo e nostro desiderio, e sappi che all’inaugurazione sarai al nostro fianco perché noi tutti ti dobbiamo tanto.”