Opere pie foggiane del passato
Queste notizie sono tratte dal libro “La Diocesi di Foggia – Appunti per la storia” del Sacerdote Michele Di Gioia, stampato nello Stabilimento tipografico dei “F.lli Leone” di Foggia nel 1955.
Per l’esattezza si tratta della parte quinta del libro che è suddivisa fra “CONSERVATORI RAGGRUPPATI – Via Diomede”, “OSPEDALI RIUNITI – Via Arpi”, FONDAZIONI, SEMINARI, ecc., alcune dei quali, nati anch’essi come opere di misericodia verso i più bisognosi, ce li troviamo ancora oggi, parte nei ricordi (OO.RR. Via Arpi), nel campo più propriamente “laico-civilistico”.
Le notizie del Sac. Michele Di Gioia, oltre ad essere di prima mano, sono anche riprese altrove e quindi retrodatate.
CONSERVATORIO DI S. TERESA
Con testamento del 13 ottobre 1684 certo Giuseppe Cavallo da Francavilla lasciava i suoi beni per la fondazione di un ricovero per orfane abbandonate. Non lievi difficoltà sorsero per ricuperare i beni del pio legato, senonchè nel frattempo tal Giuseppe De Stasio con strumento del 24 maggio 1699 dava a sua sorella Teresa un fabbricato sito in località “Capo la Terra”, oggi via Arpi, per l’erezione di un conservatorio per le orfane della città mentre con testamento del 13 novembre 1701 donava al Conservatorio tutti i suoi beni, dichiarandolo suo erede universale e particolare.
Con decreto della Curia Vescovile di Troia del 27 marzo 1700 sorse il primo conservatorio di Foggia col titolo di “Conservatorio di Santa Maria Mater Dei et omnium credentium”, mutato poi in S. Teresa in onore della santa patrona della sorella del De Stasio. A capo della pia istituzione fu messa Suor Rosanna della Croce, vissuta fino allora con alcune compagne nel monastero di Rocca d’Aspromonte, e così la vita religiosa fiorì tanto che il Papa Clemente XI concesse la clausura.
Anche dopo la morte di suor Rosanna, avvenuta nel 1721, il conservatorio continuò a fiorire sicchè il numero delle religiose da 17 salì a 40 nel 1752. Per molte cause, non ultima il sorgere di altre istituzioni simili, il conservatorio perdette la sua importanza, trasformò il suo scopo ed infine decadde insieme e come gli altri conservatori della città finchè con R. Decreto del 1915 venne fuso con gli altri formando i Conservatori Raggruppati.
La chiesetta di S. Teresa, annessa al Conservatorio, era di piccole dimensioni. Sull’architrave della porta d’ingresso vi era una iscrizione attualmente in parte ancora leggibile:
DIVAE TERESIAE SACRUM
………………………..ERECTUM
ANNO DOMINI MDCC
Nell’interno vi erano due altari: il maggiore dedicato alla Presentazione di Maria SS. al tempio e l’altro a S. Teresa. Entrando in detta chiesa sulla sinistra si leggeva:
NEL DI’ 15 OTTOBRE 1882
LE SUORE DI QUESTO CONSERVATORIO
CELEBRAVANO CON SOLENNE POMPA
IL TERZO CENTENARIO
DELLA MORTE DI S. TERESA
SIA CIO’ DI RICORDO
ALLE GENERAZIONI VENTURE
Dei locali appartenenti già alla chiesa e al conservatorio, rovinati dai bombardamenti del 1943, oggi non resta che un mucchio di luridi ruderi, abitati da senza tetto.
CONSERVATORIO DELLE PENTITE O DELLA MADDALENA
Sorto nel 1708, aveva il fine di accogliere le donne convertite dai cattivi costumi. Questa pia istituzione in un primo tempo fu collocata in una casa presa a pigione e fu sostenuta con mezzi offerti da mons. Cavalieri, dall’abate Francescantonio Rosignuoli e dal celebre Pietro Frasa, autore del Crocifisso del Duomo. A capo della comunità venne preposta la nobil donna Caterina Rinaldi, la quale fece prosperare tanto l’istituzione, che il vescovo Cavalieri nel 1723 a proprie spese comprò alcune casette al Piano delle Fosse e, fattele demolire fece edificare un grande edificio con annessa chiesa dedicata a S. Maria Maddalena.
Sulla facciata del conservatorio fu apposta la seguente iscrizione tuttora esistente:
SEXUI IMBECILLLIORI
POST LAPSUM POENITENTI
NE SUA SPONTE LUBRICUS
EXTERNA VI INFELICIUS
RELABATUR
HAS PRO MONUMENTO AEDES
PROVIDENTIA SUMPTUQUE
AEMILII IACOBI CAVALIERI
EPISCOPI TROIANI
- MDCCXXII EXITATAS
CASTITATIS AMATORES
OBLATIS SUBSIDIIS
AMPLIORES EXHIBENT
CONSPICIENDAS
Sull’architrave di una porta, forse antico ingresso, si legge “FATE BENE LA VITA E’ BREVE”.
Col tempo la pia istituzione allargò i suoi benefici fini e fu allora che assunse il nome di Conservatorio della Maddalena e prosperò tanto che nel 1752 contava 84 religiose.
La situazione politica dell’Italia e le successive leggi furono la causa della decadenza di questa benefica opera, finchè col R. Decreto del 3 gennaio 1915 anch’essa entrò a far parte dei Conservatori Raggruppati di Foggia.
La chiesa, dopo un periodo di abbandono, venne restaurata e riaperta al culto nel 1935, ma fu per poco tempo, chè, gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943, fu demolita per risorgere in via Lucera come chiesa parrocchiale, e opere annesse, per provvedere all’assistenza religiosa del popoloso Villaggio VIII Settembre.
In quanto alla demolita chiesa conviene ricordare che essa era ad unica navata con tre altari.
(di questa grande opera e struttura, oggi, ne resta traccia nel ricordo dei foggiani, con riferimento al “Parcheggio della Maddalena” – Via Altamura, angolo Via della Repubblica).
CONSERVATORIO DEL BUON CONSIGLIO
Con la trasformazione del fine del Conservatorio delle Pentite si sentì il bisogno di una nuova istituzione, che raccogliesse tante giovani, che la sventura o il vizio avevano portate sull’orlo della perdizione.
Fu per questo che nel 1824 il pio sacerdote, D. Antonio Silvestri, con pubbliche oblazioni, procurò loro una casa e un ospedale.
Sorse così il terzo conservatorio di Foggia, posto sotto il titolo del Buon Consiglio, il quale più tardi, con altre offerte raccolte dal pio fondatore, si stabilì in un edificio proprio, adiacente alla chiesa di S. Eligio.
Più tardi volendosi istituire un ricovero di mendicità, dopo lunghe trattative tra il Ministero dell’Interno, il Comune, il Vescovo e la Congrega di Carità, fu deciso di trasferire le ricoverate del Buon Consiglio nel Conservatorio della Maddalena e i locali, già adibiti in un primo tempo per Asilo di Mendicità, sono ora destinati a Carcere Giudiziario, essendo stato questo distrutto dai bombardamenti del 1943. (cfr. M. Melillo, il servo di Dio don Antonio Silvestri, Foggia 1937).
(Il riferimento è al carcere di Foggia meglio conosciuto come “Carcere di S. Eligio” – P.zza S. Eligio, angolo Via S. Antonio -, che avrebbe sostituito il precedente, bombardato nel 1943, dove attualmente sorge la struttura che ospita gli uffici dell’assessorato comunale ai servizi sociali, già sede O.N.M.I, sul cui retro vi è una targa in marmo che ricorda il passaggio, per quelle carceri foggiani, di Antonio Gramsci).
CONSERVATORIO DELL’ADDOLORATA
Per nobile iniziativa di D. Carlo Rotundi, parroco di S. Giovanni Battista, e col generoso conforto di mons. Antonino Maria Monforte nel 1873 furono prese in fitto alcune camere in via Cappuccini per dare asilo a un primo gruppo di 40 orfanelle del colera, che in quell’anno afflisse la nostra città. La nuova fondazione si volle intitolare all’Addolorata, perchè la Vergine SS., come si disse altrove, fu la celeste liberatrice dal doloroso flagello.
Nel 1839 il Rotundi presentò all’Intendente cav. Gaetano Lotti la domanda per far sorgere un pio ricovero alle spalle della chiesa di San Giovanni, secondo un progetto compilato dall’architetto Luigi Mongelli.
Finchè il 21 febbraio 1844, sopra un suolo donato il 19 giugno 1843 dai coniugi Bartolomeo Iacuzio e Gaetana Faccilongo, si procedette alla solenne posa della prima pietra della sede del quarto conservatorio di Foggia, il quale venne inaugurato e abitato il 7 settembre 1850, col nome: “Conservatorio delle orfane del colera sotto il titolo dell’Addolorata”.
Con decreto prefettizio del 15 marzo 1896 esso venne temporaneamente affidato alla Congrega di Carità, finchè con R. Decreto del 23 febbraio 1902 fu definitivamente concentrato in questa.
(Ernesto Petrucci – Il conservatorio dell’Addolorata nel primo centenario di fondazione 1837-1937).
I CONSERVATORI RAGGRUPPATI DI FOGGIA
Mentre sorgeva e si affermava il Conservatorio dell’Addolorata, gli altri tre cominciavano a declinare, sicchè sin dal 1883 si pensò al loro raggruppamento in unico ente, che si ottenne dopo alterne vicende con R. Decreto del 3 gennaio 1915, mentre con altro dell’8 dicembre 1929 venne loro unito un’altra pia istituzione cittadina “Albergo dei Piccoli” i cui fondi dovevano servire per ampliare l’edificio dei Conservatori, volgarmente detto “Conventino”. Detto edificio, ampliato su progetto e sotto la direzione dell’Ing. Luigi Turtur, divenne unica sede dei Conservatori Raggruppati.
Con i lavori di ampliamento, l’edificio attualmente consta di due piani completi e parte di un terzo piano, coprendo una superficie di metri 86 per 30, con complessivi 52 ambienti.
Nell’atrio dell’ingresso una iscrizione ricorda la fondazione del Conservatorio dell’Addolorata:
O. M.
UT PUELLIS PARENTIBUS ORBATIS
CHOLERAM FODIAE GRASSANTE
ASYLUM DARETUR
INGENTI CURA
ANNO DOMINI MDCCXLII
Di fronte un’altra iscrizione ricorda come:
I CONSERVATORI
- TERESA, MADDALENA, BUON CONSIGLIO
DOPO SECOLARE ESERCIZIO DI PIETA’
ASSUNTE NUOVE FORME ASSISTENZIALI
VENNERO QUI RAGGRUPPATI
PERCHE’
PIU’ EFFICATE NE FOSSE L’OPERA DI BENE
EDUCANDO
NELLO SPIRITO NEL COSTUME NEL VIGORE
ORANE POVERE CREATURE SPERDUTE
CHE
LE ASPRE VIE DELLA VITA ATTENDONO
————–
L’ANNO VI DELL’ERA FASCISTA 1928
Nei piani superiori vi sono i dormitori ognuno intitolato ad uno dei vari enti raggruppati con i nomi dei munifici fondatori e benefattori scolpiti nel marmo. Vi sono inoltre aule per le scuole elementari e una grande sala di lavoro dedicata:
AL NOME INSIGNE DI
ETTORE VALENTINI
ASSERTORE ILLUMINATO E TENACE
DEL RAGGRUPPAMENTO DI QUESTI CONSERVATORII
PRIMO PRESIDENTE
DELL’ORGANISMO DA LUI AUSPICATO
PER VOTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
QUESTO LABORATORIO S’INTITOLA
PERCHE’
LO SPIRITO ELETTO DI LUI
VIGILI
SULLE CREATURE QUI RACCOLTE
CHE EGLI VOLEVA
NELLA FECONDA DISCIPLINA DEL LAVORO
EDUCATE
—————-
NEL TRIGESIMO DELLA MORTE – 4 AGOSTO 1932-X E.F.
La pia istituzione, sotto la vigile cura delle Suore di Carità di S. Giovanni Antida Thouret, oltre a ricoverare ed istruire circa cento orfanelle, accoglie circa 600 fanciulle esterne, impartendo loro l’istruzione, che va dall’asilo infantile, alle scuole elementari, mentre ha pure laboratori-scuola.
CONSERVATORIO S. MARGHERITA DI CORTONA
Perchè non vada completamente dimenticato, conviene ed è giusto ricordare come nel 1845, in seguito ad una santa missione, predicata in Foggia, durante la quale 13 donzelle tornarono sul retto sentiero, sorse il conservatorio intitolato a S. Margherita da Cortona.
Esso fu collocato in un locale sito in Via Cappuccini al n. 29 e messo sotto la direzione del can. D. Carlo Rotundi, al quale, con testamento mistico del 26 luglio 1852, il vescovo Monforte lasciava l’esecuzione di un pio legato a favore di quelle donzelle.
LA FONDAZIONE PIA LORENZO SCILLITANI
Quasi non pago di quanto aveva fatto per Foggia durante il periodo che fu sindaco della città a poi deputato al Parlamento, il comm. Lorenzo Scillitani a testimonianza di affetto per la sua dolce terra nativa volle ricordarsi di essa anche nel suo testamento dotandola di una pia istituzione.
Difatti egli dispose che due terzi del suo patrimonio fosse convertito in titoli di rendita per un’opera di carità da intitolarsi “Fondazione Pia Lorenzo Scillitani” a favore delle orfanelle della città.
Così sorse questa pia opera, anche il Consiglio di Amministrazione volle erigergli un busto in bronzo, opera di Luigi Schingo di S. Severo, con la dedica, mentre la seguente iscrizione ricorda l’inaugurazione del pio istituto:
PERCHE’ RESTI MEMORIA
CHE NEL 19 GIUGNO 1894
FU INAUGURATO
L’ORFANATROFIO FEMMINILE
PRIMO ASILO DI CARITA’
DOVUTO
ALLA MUNIFICENZA CITTADINA
DI LORENZO SCILLITANI
LA COMMISSIONE DEL TEMPO
CON RIMPIANTO SINCERO
DELL’ILLUSTRE BENEFATTORE
POSE
Nello stesso atrio, sul pilastro a destra, sono scolpiti nel marmo i nomi dei “BENEFATTORI – ING. CARLO CUCCI – NICOLA TUCCI – ANTONIA CUCCI – CAN.co ANGELO ROTUNDI – MONS. CARLO GAUDIANO – MICHELE BARONE – TERSESA CARELLA”
Per un accordo interceduto tra il Consiglio di Amministrazione e il Comune, dovendosi demolire l’ex monastero del Salvatore, fu aggregata a questa un’altra pia istituzione cittadina: “Presepe Regina Margherita” per cui il Comune con deliberazione dell’8 febbraio 1930 n. 2851 si impegnava a sostenere le spese di trasformazione dei locali occorrenti, all’arredamento e al versamento di un sussidio annuo.
Attualmente la Fondazione Pia Lorenzo Scillitani, sotto l’assistenza materna delle Suore di Carità di S. Giovanna Antida Thouret, accoglie 40 orfanelle, mentre circa 600 esterne frequentano le scuole del pio istituto.
FONDAZIONE PIA MARIA GRAZIA BARONE
La nobildonna foggiana marchesa Maria Grazia Barone, vedova Celentano, nel suo testamento, rogato in Napoli l’8 maggio 1900, costituì sua erede universale una pia fondazione da erigersi in Foggia e intestarsi col suo nome col fine di dar ricovero ai poveri e agli inabili al lavoro di ambo i sessi della città di Foggia, nonchè la gestione di cucine economiche e la fornitura a domicilio di biancheria, indumenti e medicinali a gente bisognosa.
Secondo le disposizioni testamentarie, fatto il cumulo degli interessi del capitale, che allora ascendeva a circa nove milioni, fu innanzitutto acquistata una zona di suolo edificatorio (in fondo al Corso Giannone) di 44 mila mq. dei quali circa 7 mila furono donati al Comune per la creazione di una piazza a giardino innanzi all’edificio dell’opera pia. Il 9 marzo 1929 si procedette all’appalto per la costruzione della grande sede dell’istituto e restò aggiudicataria la ditta Fratelli Matrella di Gaetano per un importo di di L. 2.830.000.
L’imponente e vasto edificio, costruito su progetto dell’Ing. Carlo Celentani-Ungaro, fu inaugurato il 15 agosto 1934, accogliendo tutti i ricoverati dell’Asilo di Mandicità.
Nell’atrio, presso lo scalone e di fronte al portone centrale, su artistico basamento di marmo si eleva un busto in bronzo della pia benefattrice, opera di E. Puchetti.
Nei tre piani costituenti l’edificio, vi è posto per 250 ricoverati di ambo i sessi, divisi in due reparti, ognune dei quali fornito di dormitorio, di laboratorio, di infermeria e cappella, mentre un reparto è riservato per l’alloggio delle Suore di S. Anna della Ven. Suor Anna Rosa Gattorno e moderni impianti per il riscaldamento, la lavenderia e la cucina a vapore rendono quasi signorile il soggiorno dei poveri ricoverati.
OSPEDALI RIUNITI (Via Arpi)
OSPEDALE CIVILE “UMBERTO I”
La storia di questo ospedale si riconnette a quella del ricovero dei pellegrini infermi sorto nel sec. XIV presso il Santuario dell’Incoronata, il quale, con lo stabilirsi in Foggia nel 1597 dei Fate-Bene-Fratelli di S. Giovanni di Dio, fu trasferito in città per più vasta opera di carità.
Lo sviluppo della benefica istituzione fu tale che nel 1700 il numero dei letti per malati era 40, nel 1850 vi erano una cinquantina di posti riservati ai militari e una ventina per i poveri e per i borghesi e nel 1884 il numero complessivo dei letti era salito a 190, mentre, secondo un inventario del 1843, la media giornaliera dei ricoverati era di 20 assistiti da 3 religiosi e un cappellano.
Per sostenere questa pia opera contribuivano non poco le entrate del santuario dell’Incoronata. Infatti con la soppressione della casa religiosa, ordinata nel 1808 dal re Giuseppe Bonaparte, anche il santuario dell’Incoronata soggiacque ad essa e fu ordinato che i suoi beni e le oblazioni passassero all’Amministrazione del Tavoliere di Puglia e al Monte Frumentario e più tardi al Consiglio Generale degli Ospizi di Capitanata con l’ordine che una metà di esse fosse devoluta a favore dell’Ospedale Civile di Foggia.
Con la soppressione degli Ordini Religiosi e il conseguente incameramento dei loro beni a favore del Demanio, ordinato dalla legge del 7 luglio 1866, si venne a formare una situazione molto più precaria per detto ospedale, senonchè il benemerito sindaco di Foggia, Lorenzo Scillitani, rivendicò in favore del Comune i diritti sul santuario e sull’ospedale già tenuti dai Fate-Bene-Fratelli e così con R. Decreto 20 luglio 1872 ottenne quanto aveva perorato, finchè nel 1896 l’ospedale ebbe amministrazione propria e nel 1902 mutò il suo titolo di Ospedale di S. Giovanni di Dio in quello di Ospedale Civile Umberto I, cominciando un’era di riforme e di sviluppo per questa necessaria opera assistenziale.
OSPEDALE PROVINCIALE DELLE DONNE
“VITTORIO EMANUELE II”
Questo ospedale trova la sua più lontana origine in quel ricovero, che il servo di Dio D. Antonio Silvestri mise su per raccogliere vecchie malate e colpite da tisi in una casa, che il Perifano, nel suo opuscolo “Pel pane agli orfanelli”, dice che era situata nel vicolo, che sta accanto alla chiesa di S. Giovanni di Dio.
Da quella casa, divenuta in breve insufficiente, il detto ricovero passò in un’altra, molto più vasta, accanto a S. Eligio, presa in fitto dalla famiglia Mastrolillo, infine passò in un edificio più ampio sull’attuale Via Conte Appiano e tuttora chiamato volgarmente “Ospedaletto”.
Nel 1837 quando morì il Silvestri la pia opera, sostenuta dalla carità del servo di Dio e dalle libere offerte da lui raccolte, contava 45 ricoverate, onde il Comune e la Provincia si assunsero l’onere di sistemarla più convenientemente, trasferendola nell’ex convento degli Agostiniani, ottenendone nel 1856 il riconoscimento giuridico col titolo di Ospedale Provinciale delle Donne Vittorio Emanuele II.
OSPEDALI RIUNITI VITTORIO EMANUELE II E UMBERTO I DI FOGGIA
Il sentito bisogno di organizzare meglio i servizi sanitari del capoluogo indusse le autorità e gli enti interessati a chiedere la fusione dei due precedenti ospedali, la quale finalmente fu sanzionata con R. Decreto 6 dicembre 1928 col nome di “Ospedali Riuniti di Foggia”, costituiti in ente morale.
La fusione morale e materiale dei due ospedali e le accresciute necessita di una più grande e moderna attrezzatura dei servizi sanitari di Foggia, anche in relazione alle necessità della maggior parte dei piccoli Comuni della Provincia, fecero sentire fin quasi dagli inizi della fusione la necessità di studiare una soluzione completa e definitiva del complesso problema, ecco perchè si pensò di erigere la moderna ed ampia struttura in via L.Pinto che è l’attuale policlinico.
Prima dell’attuale struttura, gli Ospedali Riuniti funzionavano nei locali, sebbene ampliati, dell’ex convento-ospedale di S. Giovanni di Dio con una capacità di circa 250 letti, prestando la loro opera di alta missione le Suore della Carità di S. Giovanni Antida Thouret.
Dell’opera dei Fate-Bene-Fratelli resta traccia nel culto del loro Santo Fondatore e una lapide di fronte allo scalone con la seguente iscrizione:
A PADRE OTTAVIO DELL’OLIO
PRIORE DEI FATE BENE FRATELLI
CHE PER 27 ANNI
EGREGIAMENTE DIRESSE
QUESTO CIVICO OSPEDALE
I SUOI MOLTI AMICI
FAVEVANO
NEL 20 MAGGIO 1883
————
INTREPIDO CONSOLATORE
DEI COLEROSI E DEI SOLDATI FERITI
FU DAL GOVERNO ITALIANO
DUE VOLTE DECORATO
AMOREVOLE, SINCERO
E LARGO DI FAVORI E DI AIUTI
MERITO’ MORENDO
DI ESSRE SCRITTO AL NOVERO
DEI BENEFATTORI DI FOGGIA
PICCOLO SEMINARIO MARIA DE PROSPERO (Via Napoli)
L’ardente desiderio dell’indimenticabile mons. Farina di voler dare alla Chiesa e alla Diocesi un buon numerdo di “santi sacerdoti” trovò fedele collaboratrice la pia signora Adele Anglisani, vedova De Prospero, la quale, orbata dell’unica figliuola, volle far sorgere questa aiuola per la formazione di coloro che avessero intenzione di esprimere vocazioni ecclesiastiche. L’Opera, affidata alle Oblate del S. Cuore, fondata da Suor Teresa Casini a Grottaferrata, e approvata nel dicembre 1947, ha cominciato a dare i suoi primi frutti, mentre più abbondanti se ne attendono dalle preghiere dei pii co-fondatori, che dall’alto dei cieli certamente vegliano su questo istituto.
L’edificio sorge sulla Via Napoli. Nella sala da visita una iscrizione ricorda come:
AUSPICE E FATTORE GENEROSO
MONS. FORTUNATO MARIA FARINA
SORGEVA QUESTA CHIESA
CON L’ANNESSO PICCOLO SEMINARIO
IN MEMORIA DI MARIA DE PROSPERO
COLLABORANDOVI LA PIA GENITRICE DI LEI
ADELE ANGLISANI DE PROSPERO
FOGGIA 18 GENNAIO 1937
Attualmente nel pio luogo vi sono 50 fanciulli, i quali compiendo il corso delle scuole elementari vengono formati alla vita sacerdotale.
CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA “S. MARIA”
ISTITUTO ORTOFRENICO E OSPEDALE PSICHIATRICO (Via Lucera)
L’opera, sgorgata dalla mente e dal cuore di D. Pasquale Uva di Bisceglie, per dare alle regioni dell’Italia meridionale degli istituti sul modello del Cottolengo, trovò qui in Foggia il campo adatto per il suo secondo stadio di sviluppo.
Risale al 1945 l’inizio della costruzione della Casa della Divina Provvidenza di Foggia, la quale venne completata nel dicembre del 1948.
Progettata dall’Ing. Buttiglione, essa sorse sulla via Lucera a circa 1500 m. dal centro cittadino ed accoglie circa 900 malati di ambo i sessi.
All’amministrazione e all’assistenza nei vari reparti attendono in gran parte 54 benemerite Ancelle della Divina Provvidenza, istituite per questo fine nel 1923 dallo stesso pio sacerdote D. Uva.
(ved. anche Opera Pia Scillitani – Fondazione Maria Grazia Barone)